Anna

Apr 26, 20223 min

Neve a primavera

Updated: Dec 16, 2022

Abito a Lidingö, vicino a Stoccolma e a un 7 km dall´università. Insieme a Jay abbiamo scelto Lidingö perchè é un posto bellissimo, con tanta natura, senza macchine (dove abitiamo), e dista meno di 10 km da entrambi i nostri lavori. Quindi, andiamo sempre in bici.

Un giorno in cui avevo iniziato ad analizzare dei campioni in laboratorio e dovevo essere al lavoro alle 8 (all´alba, per me - e un po´ di piú adesso con Sebastian da portare a scuola), al pomeriggio è arrivata, puntuale, la famigerata nevicata primaverile.

I miei colleghi mi hanno giustamente chiesto "ah ma anche oggi sei in bici?", perchè anche quelli che come me la usano anche d´inverno, avevano visto le previsioni e abbandonato l´idea in favore del trasporto pubblico (che è ottimo).

E quindi mi chiedo, perchè io no?

(forse per la foto?! Non credo, visto il trittico poco più sotto)

Bird-biking ovunque e comunque. Qui, Norra Djurgarden, l´arrivo delle prime oche - ciclisti esclusi - (c´è anche una pavoncella, ma dovete fidarvi di me, in foto è un puntino qualunque)

C´è una sorta di calma che mi pervade quando la mattina so che metteró i soliti vestiti, useró i soliti guanti e copriscarpe (che la metà delle volte dimentico per poi rendermene conto a metà strada e piedi congelati). Credo sia quella che mi porta a non cambiare. Piú che le ragione ideologiche o ambientali, credo di aver bisogno di quella mezz´ora in cui non posso lavorare, non posso scrivere su un foglio la lista di priorità per la giornata, non posso pensare a tutte le cose che, da madre, mi "perdo" durante il giorno.

I cuccioli di vedetta

Ho sempre pensato di essere una schiappa in laboratorio.

Durante il dottorato ho dovuto passare settimane, mesi in laboratorio, con i miei campioni di acqua: acqua nel suolo, acqua nell´acquifero sotterraneo, acqua nel fiume. Ricordo con un brivido freddo la sveglia sul telefono, soprattutto quella delle 22. Era impostata una manciata di minuti prima che l´allarme del LIST iniziasse ad urlare fortissimo per darci l´ultimatum: "andatevene a casa!". Senza quella sveglia, mi sarebbe preso un colpo. Questo a dire che non solo non sono una schiappa, ma ho anche tante ore passate in laboratorio alle spalle.

Uno scatto del mio elettrizzante lavoro in laboratorio. "Frappè di acqua e suolo, diverse tonalità di".

Eppure, quando ho dovuto fare analisi di tessitura per i nostri campioni di suolo, mi sono sentita titubante. Sapevo che mi sarei trovata a sentirmi in colpa, con le lacrime agli occhi, sulla bici. Sapevo che avrei fatto fatica ad organizzare il lavoro per via degli orari che il laboratorio impone: prepari i campioni, attendi 16 ore esatte, fai una misura, attendi 6 ore esatte, eccetera. Il dubbio era ottimo, anche perchè devo ancora finire tutti i campioni, il che mi stressa non poco. Ovviamente ho detto di sì e, seppur me ne sia pentita già molte volte, i pro sono molto piú dei contro.

Questo non succede solo a chi è genitore, ma sicuramente a tutti coloro che hanno persone che li aspettano a casa. E sicuramente c´è una percezione distorta particolarmente pressante per chi è madre. Sei sempre in ritardo per qualcosa. Stai sempre saltando qualcosa. E lo dico io, con un compagno che letteralmente fa 50% del lavoro.

Quello che non sapevo è che mi sarei trovata nella bufera di neve primaverile, con la bocca aperta a mangiare i fiocchi! Ho pagato cara la scelta di fermarmi a fare una foto da metter qui sul blog. Il vento era forte (Lidingö è un´isola, e non abbiamo la barca a vela a caso), e mi sono fermata tra una salita e l´altra.

Ed ecco il trittico di cui sopra:

Grazie, bicicletta, per questi momenti semi-meditativi. Grazie, cervello, per dimostrarmi che fare la stessa cosa tutti i giorni sarà un po´ cretino, ma è utile al fisico e alla mente.

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